Come si diventa consulenti del lavoro? Il percorso da seguire
Per diventare consulente del lavoro è obbligatorio seguire un determinato percorso. Vediamo in 4 step come funziona:
Step 1) Occorre conseguire una laurea in una delle materie previste (in linea di massima sono giurisprudenza, economia, scienze politiche – anche lauree triennali). Questo perché è necessario avere una buona preparazione in materie giuridico economiche.
Step 2) praticantato di 1 anno e mezzo presso lo studio di un Consulente del Lavoro. Attenzione, solo presso un Consulente del Lavoro, non più anche presso un commercialista o avvocato come era previsto in passato, per assicurare al ragazzo di crescere a contatto esattamente al il tipo di professionista che ha scelto di diventare.
Step 3) superare l’esame di stato, che è annuale e si fa nel capoluogo della regione in cui si ha la residenza. Proprio oggi e domani (5 e 6 settembre) si tengono le prove scritte 2018! Le prove scritte sono due: una in diritto del lavoro e legislazione sociale, l’altra in diritto tributario. Se si supera lo scritto si può accedere alla prova orale. Le materie sono le stesse dello scritto, oltre a diritto privato, costituzionale, penale e ragioneria.
Se vi interessa approfondire il regolamento sul praticantato, ricevere la modulistica di iscrizione o capire come trovare un dante pratica, vi invito a muovervi in queste direzioni:
– consultare il sito nazionale dell’ordine dei cdl che è ricco di materiale
– avere un contatto diretto con l’ordine dei consulenti del lavoro della vostra provincia, ma anche delle province limitrofe
– prendere contatto con le associazioni giovani del territorio.
Infine, importantissimo, attenzione al 4) step!
Una volta superato l’esame di stato, il percorso non si è concluso! Essere abilitati a svolgere la professione significa che dal quel momento ho la facoltà di iscrivermi all’Ordine dei Consulenti del Lavoro. Chi ha superato l’esame ma non è iscritto all’Ordine, non è quindi un Consulente del Lavoro.
Per verificare se una persona è iscritta all’ordine dei CdL, basta un velocissimo clic. Un gesto prezioso che protegge le aziende e i cittadini dagli abusivi. Fatela una prova per curiosità e cercate chi vi segue le paghe sull’annuario dei CdL.
Fatelo ora!!
http://www.consulentidellavoro.it/index.php/mondo-consulenti/annuario
Il posto fisso non esiste più!
Il posto fisso è morto, non esiste più. Dobbiamo essere pronti al cambiamento, a metterci in gioco spesso. E allora perché ci fermiamo così tanto a discutere di lavoro a tempo indeterminato o determinato? E’ davvero questo il problema del mondo del lavoro italiano?
Con questo decreto dignità si fa un gran parlare del lavoro a tempo indeterminato e si scoraggiano definitivamente i contratti a termine.
Ma è DAVVERO la priorità il contratto a tempo indeterminato, il POSTO FISSO, il lavoro stabile e duraturo?
I nostri genitori ci hanno cresciuti con l’idea di trovare un lavoro in una buona azienda, lavorarci per tutta la vita e poi andare meritatamente in pensione. Ci hanno insegnato che questo era quello a cui era giusto ambire. Infatti effettivamente ERA giusto. ERA l’ideale.
Oggi, però le cose sono molto, ma molto, diverse (i genitori concorderanno..!)
Bisogna essere pronti a cambiare lavoro abbastanza spesso. Piano, non troppo spesso, perché sennò probabilmente vuol dire che non sono in grado di lavorare in maniera adeguata e vengo solamente sballottolato da un posto all’altro, ma ogni 3 o 4 anni potrebbe essere già ragionevole.
E qui, ahimè, ci troviamo in quel momento della storia in cui esce fuori il grande mostro cattivo…. IL CAMBIAMENTO.
Noi tutti, tutti, per natura abbiamo la paura di cambiare. Questo perché abbiamo proprio una tendenza innata a tenerci stretto quello che abbiamo, a non perdere qualcosa che conosciamo già, salvo che vada proprio male malissimo. Non siamo portati a cambiare, invece, quando le cose in qualche modo funzionano.
Invece il contesto attuale ci chiede, ci impone, di prenderci dei rischi ogni tanto. Di uscire dalla nostra comfort zone. ..Sei d’accordo, no?!
E allora perché ci facciamo così tanto condizionare quando ci tartassano in televisione con il lavoro a tempo indeterminato, quando i politici ci promettono una stabilità che non c’è e non ci sarà mai più?
Perché continuiamo a pensare al lavoro a tempo indeterminato come se fosse un lavoro SICURO?
Sicuro? Beh oggi di lavoro sicuro ce n’è ben poco e anche i lavori che OGGI ci sembrano sicuri, tra qualche anno non è proprio detto che lo restino.
I vecchi lavori muoiono, nel futuro ci aspettiamo un ingresso dirompente della tecnologia che li farà morire ancora più velocemente, quindi di FISSO non rimarrà proprio nulla.
Che poi, è davvero così brutto essere in-sicuri nel lavoro?
Immaginiamoci a tempo determinato per sempre. Un incubo? Ma no!! Saremmo costantemente stimolati a dare il massimo davvero, perché non saremmo mai certi di non essere rimpiazzati da un giorno all’altro con qualcuno di più bravo o più adatto di noi. E questo probabilmente creerebbe valore sia per noi stessi (cresceremmo e lo faremmo più rapidamente) sia per l’azienda che avrebbe investito su di noi.
E’ evidente che se hai un mutuo da pagare o una famiglia da sostenere e ti trovi senza lavoro ogni 4/5 mesi è un serio dramma, quindi di certo non possiamo generalizzare o banalizzare la situazione. Il precariato è un problema concreto, esiste davvero.
Ma vediamolo, per un attimo, l’altro lato della medaglia. Perché nella maggior parte dei casi, c’è!
Il fatto di cambiare, di doverci rimettere in gioco ci apre necessariamente la mente perché vediamo ambienti diversi, con ritmi e logiche diverse. Lavoriamo a contatto con persone diverse che intendono il lavoro in maniera diversa. Aumentiamo e plasmiamo le nostre competenze.
La nostra capacità di adattarsi al cambiamento è fondamentale.
Il posto fisso, come lo vogliamo, dove lo vogliamo, non esiste più e chi lo capisce prima va oltre. Chi continua a fermarsi al tempo determinato o no, sta perdendo TEMPO.