Lavoro nero: quali sono le sanzione previste dalla legge per ambedue le parti?
Un lavoratore è irregolare quando presta attività lavorativa, fossero anche soltanto due ore, senza che sia stata preventivamente inviata la comunicazione di assunzione agli enti competenti e senza che sia stato firmato il contratto di lavoro.
Vediamo quali sono le sanzioni per il datore.
E’ prevista una maxisanzione che cambia a seconda dei giorni di lavoro prestato (va da 1.500 a 36.000 € per ogni lavoratore). Se il lavoratore in questione, poi, è minore in età non lavorativa oppure straniero, allora le sanzioni vengono aumentate del 20%.
Nel caso di ispezione in cui vengano trovati lavoratori in nero, il datore riceve una diffida a regolarizzare entro 30 giorni e, se prova a sistemare tutte le irregolarità, può pagare in misura ridotta (il minimo di legge o 1/4 della sanzione stabilita in maniera fissa.)
Ci sono dei casi in cui, anche se il lavoratore è in nero, non si applica la maxi sanzione: es. lavoro domestico, o quando non è stata trasmessa l’assunzione agli enti competenti ma il rapporto si può desumere da altri documenti (come ad esempio dal flusso uniemens), se l’azienda PRIMA di un’ispezione regolarizza spontaneamente il lavoratore per il quale non aveva fatto le comunicazioni obbligatorie.
Quando non si applica la maxi sanzione, l’azienda è tenuta alle sanzioni per mancata comunicazione dell’assunzione al centro per l’impiego ovvero una sanzione amministrativa da 100 a 500€ per ciascun lavoratore, oltre a dover versare le differenze per le retribuzioni maturate e non versate (come faccio a provare che ho già pagato in contanti?), ai relativi contributi, il TFR, eventuali straordinari, notturni e festività.
E quali sono invece le sanzioni per il lavoratore?
Di per sé il lavoratore non rischia nulla, salvo che non stia percependo la disoccupazione. In questo caso infatti rischia una querela di falso pubblico per aver dichiarato il falso stato di disoccupazione all’inps (reclusione fino a 2 anni) + se percepisce indennità rischia anche reato di indebita erogazione ai danni dello stato (reclusione da 6 mesi a 3 anni).
Il problema è che c’è una grossa platea di lavoratori che VUOLE essere tenuta in nero, pensiamo ai lavoratori domestici stranieri che in Italia non avranno comunque diritto ad una pensione, a chi gode di cassa integrazione o disoccupazione, a chi ha già un altro lavoro e vuole solo arrotondare, a chi ci tiene a mantenere un reddito basso per continuare a godere di agevolazioni legate a questo.
Un appunto importante per cui da sempre c’è un po’ di confusione. Quando si prova un lavoratore, bisogna regolarizzarlo, altrimenti è vero e proprio lavoro nero. All’interno di ogni contratto (a tempo determinato o indeterminato) c’è un periodo di prova in cui è possibile recedere senza motivazioni e senza preavviso, quindi con la massima libertà per entrambe le parti ma che ci offre la tranquillità di avere il lavoratore è coperto in caso di ispezioni!
Per quanto riguarda la localizzazione geografica, la zona più interessata dal lavoro irregolare è il meridione, con picchi in particolare nelle regioni di Calabria, Campania e Sicilia. Il territorio meno interessato, invece, è il veneto.
Secondo una stima della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro elaborata sui dati dell’anno 2017, il lavoro nero costa allo Stato 20 miliardi di euro all’anno!!
Il problema grosso è che il lavoro nero crea inevitabilmente anche una concorrenza sleale davvero subdola e insostenibile. Avendo costi del personale quasi nulli, l’azienda in questione potrà vendere i propri servizi o prodotti a prezzi decisamente inferiori a quelli di mercato, creando un meccanismo di ribasso che ha effetti deleteri su tutto il sistema.
Inoltre, ovviamente si crea una platea di lavoratori che non hanno alcun tipo di copertura nel caso di infortuni (anche gravi!), di malattie, maternità e che, chiaramente, non avranno diritto ad alcun tipo di pensione.
Insomma, meglio davvero starne alla larga. Andate da un Consulente del lavoro per valutare insieme quali siano i costi per regolarizzare i lavoratori e dormire sereni.