Maternità: come comportarsi quando una lavoratrice scopre di essere incinta?

 

L’articolo 37 della Costituzione parla di pari opportunità lavorative fra uomini e donne.

Ed ecco che allora, sulla base di questa disposizione nasce D.Lgs. 151/2001, il c.d. Testo Unico sulla maternità e paternità.

Mille cose da dire, noi vediamo oggi la casistica standard di come bisogna comportarsi quando si rimane incinte.

Appena la lavoratrice scopre di essere incinta ha il dovere di comunicarlo al datore di lavoro.

Perché deve dirglielo subito?
Per ragioni di sicurezza sua del bimbo e dell’azienda, per autotutelarsi perché da quel momento scattano i diritti legati alla maternità, per permettere all’azienda di cominciare a ragionare con calma per l’eventuale sostituzione temporanea.

Come lo comunica?
Può farlo prima a voce, ma deve presentare poi obbligatoriamente il certificato del ginecologo con la data presunta del parto.

Quella data è rilevante, perché è in base a quella che si capisce qual’è il periodo in cui la lavoratrice dovrà astenersi obbligatoriamente dal lavoro.

Il CONGEDO OBBLIGATORIO PER MATERNITA’ è di 5 mesi. Nella normalità dei casi sono distribuiti in 2 mesi prima della data presunta parto + 3 mesi dopo il parto, però nelle situazioni in cui il medico certifica un buono stato di salute, si può utilizzare la c.d. flessibilità, cioè fare 1 mese prima e 4 mesi dopo il parto.

Durante la maternità obbligatoria, l’INPS paga l’80% della retribuzione. Alcuni CCNL prevedono anche delle integrazioni di retribuzione a carico dell’azienda e in certi casi la lavoratrice arriva a percepire il 100% della retribuzione ordinaria.

Quando il bambino nasce, bisogna ricordarsi di far avere tempestivamente all’azienda il CERTIFICATO di NASCITA e, opzionale, valutare se richiedere o rivedere le domande per l’assegno al nucleo famigliare ed il modulo per le detrazioni d’imposta.

Una volta rientrata al lavoro, la neomamma potrà richiedere all’azienda, con apposita domanda scritta, il c.d. allattamento che consiste in 1 o 2 ore al giorno di assenza, a seconda che il part time sia inferiore o superiore alle 6 ore al giorno. Lo può godere insieme o frazionato nel corso della giornata. Spetta da quando rientra dalla maternità obbligatoria e fino al 1° anno di vita del bimbo e queste ore sono pagate al 100% dall’INPS.

La prossima volta vedremo insieme quali diritti spettano al papà.